È partita la fase di progettazione esecutiva per il risanamento strutturale del “maxi” collettore fognario di viale Campania, a Monza. L’intervento interesserà l’intero asse stradale dalla rotatoria di San Fruttuoso sino all’incrocio con via Borgazzi, per una lunghezza complessiva di 1,2 km. I lavori di manutenzione straordinaria si svolgeranno in modalità completamente interrata così da impattare il meno possibile sulla circolazione viabilistica e sulla vita dei cittadini. In sostanza, verranno sempre garantite le attuali due corsie veicolari, una per senso di marcia.
Nel corso dell’anno l’attenzione di BrianzAcque, in continuo dialogo con l’Amministrazione Comunale, è stata costante. Dopo i due cedimenti del 23 e del 31 dicembre 2023, il collettore, con alle spalle quasi un secolo di vita, è stato posto sotto stretta osservazione con indagini a tappeto e strumentazioni tecnologicamente avanzate già dai primi giorni di gennaio 2024. Il primo impegno è stato quello di risolvere l’emergenza e costruire in corrispondenza del punto collassato un manufatto ad hoc in cemento armato dalle dimensioni di 6 metri per 5 e profondo 4. Una azione che ha impegnato le maestranze sino ad aprile 2024 e che ha consentito la riapertura parziale del viale nel mese di maggio.
In parallelo, è scattata l’attività di indagini a tutto campo che si è protratta fino ad estate avanzata. Dopo le primissime ispezioni con il personale calato in condotta e con una serie di videoispezioni con i droni, BrianzAcque, ha eseguito prove penetometriche, sondaggi (fino ad una profondità di 10 metri con l’obiettivo di testare la staticità), una campagna di indagini geofisiche finalizzata alla mappatura del sottosuolo e alla verifica dell’eventuale presenza di ulteriori anomalie riconducibili a cavità al di sopra della condotta fognaria. Ed ancora, un rilievo topografico con laser scanner e celerimetrico in modo da definire il più precisamente possibile la geometria interna e valutare possibili differenti tecniche di risanamento/consolidamento dell’infrastruttura. Una volta al mese, un geologo effettua inoltre dei passaggi con il georadar per controllarne lo “stato di salute”.
Grazie all’acquisizione di questi dati ed informazioni, dal 30 settembre in un punto specifico del viale, all’intersezione tra Via Borgazzi e via Philips, è stato avviato un intervento per la messa in sicurezza dei punti più ammalorati del collettore intercomunale così da evitare nuovi collassamenti della tubatura e cedimenti della sovrastante carreggiata stradale. Squadre di tecnici specializzati hanno provveduto al ripristino delle cavità formatesi per l’effetto combinato dell’azione erosiva del tempo, delle piogge e delle infiltrazioni delle radici degli alberi. I vuoti sono stati riempiti con mattoni e malta cementizia fibro-rinforzata. L’intervento è terminato a metà ottobre.
A seguito di un confronto con Sindaco ed Amministrazione Comunale di Monza ha preso il via il percorso progettuale per la messa a punto dell’intervento definitivo finalizzato a risanare l’opera in modo strutturale. Nella prima parte del mese di gennaio 2025, BrianzAcque e Amministrazione Comunale presenteranno l’intera operazione illustrando la soluzione d’intervento prescelta evidenziandone vantaggi, tempistiche ed entità dell’investimento.
Il collettore di Viale Campania, in funzione da 100 anni, è una grande infrastruttura idraulica. Un’opera pubblica dalla lunghezza totale di 62 km che, partendo a Nord da Giussano passa sotto il tessuto urbano di Verano Brianza, Carate Brianza, Seregno, Desio, Nova Milanese, Muggiò arriva a Monza, a San Fruttuoso dove attraversa la SS 36 e piega a gomito su Viale Campania. Un complesso sistema di tubazioni lungo ben 62 chilometri che raccoglie, convoglia e trasporta le acque reflue fino al depuratore di San Rocco. La sua nascita, nel tratto terminale di Viale Campania, risale agli anni Trenta, subito dopo quella dell’acquedotto cittadino. Parte integrante e fondamentale della gestione del sistema fognario è realizzato in cemento. Nel tratto di viale Campania ha una sezione ad arco policentrico per due metri di altezza e tre di larghezza. Secondo le tecniche dell’epoca fu costruito sul posto “gettato in opera”, a mano, metro dopo metro. Nel corso degli anni è stato oggetto di numerosi interventi di manutenzione.